Il parametro IDI può essere stimato sia sui punti di griglia, sia
sulle stazioni. Come dice il suo nome, rappresenta un modo per esprimere
l'influenza di tutti i dati disponibili su quel punto, date le funzioni di
correlazione.
Il campo IDI può essere definito come la somma delle sensibilità
dell'analisi alle osservazioni (derivate parziali). Si tratta di un campo
adimensionale, che può essere costruito se le osservazioni sono
dimensionalmente omogenee (o per componenti dimensionalmente omogenee di una
rete osservativa).
In modo più intuitivo, il campo IDI è ottenuto applicando
l'algoritmo di analisi per ricostruire un campo uniforme sul quale si hanno
due tipi di informazione:
1) il background field, che "vede" il campo uniforme e uguale a ZERO;
2) le osservazioni, che sono tutte uguali a UNO.
In aree dense di osservazioni, il campo IDI deve risultare approssimativamente
uniforme e uguale a uno. Dato che le funzioni di correlazione vanno a zero
al crescere della distanza, in aree lontane da tutte le osservazioni il campo
IDI risulta approssimativamente uniforme e uguale a zero. In aree intermedie
il campo IDI ha valori intermedi, ma sono presenti dei gradienti.
L'IDI può superare (di poco!) il valore uno a causa di
disomogeneità nella distribuzione dei dati.
Il campo IDI per una certa variabile può cambiare nel tempo solo se
cambia la rete osservativa: a causa di dati mancanti, oppure
se viene installata qualche nuova stazione, o se qualche stazione viene
soppressa.
Il campo IDI dipende dalle funzioni di correlazione, quindi può essere
usato per ottimizzarne i parametri.
Se la scala di decorrelazione è troppo piccola, il campo IDI appare
disuniforme: se la scala è estremamente piccola, l'IDI ha una struttura
a "bolle": ogni stazione è decorrelata dalle altre e influenza di fatto
solo i suoi immediati dintorni.
Se la scala di decorrelazione aumenta il campo IDI diventa uniforme, ma se il
parametro di scala diventa troppo grande l'analisi filtra il campo, eliminando
di fatto le scale piccole, anche se sono risolte dalla rete osservativa.
Il compromesso si ottiene per il minimo valore del parametro di scala per cui IDI
appare ragionevolmente uniforme (per uno studio dettagliato:
Uboldi et al., 2008).
L'IDI può essere calcolato anche sulle stazioni, in particolare ha
importanza il parametro CV-IDI, ossia il valore di IDI ottenuto con la tecnica CV
(
Cross Validation): si tratta dell'IDI calcolato su una stazione senza
utilizzarla, ma usando tutte le altre stazioni. Quando CV-IDI è vicino
a zero, la stazione è isolata (completamente decorrelata dalle altre),
quando CV-IDI è prossimo a uno, la stazione si trova in un'area
approssimativamente coperta anche da altre stazioni. IDI e CV-IDI sulle
stazioni sono usati per il
controllo di coerenza spaziale.
Mappa: campo IDI per le osservazioni di temperatura disponibili in
ARPA Lombardia per il 12 marzo 2006 (01UTC+1). Come si vede il campo IDI
è approssimativamente uniforme e superiore a 0.9 almeno su tutta l'area
di pianura. Le aree più chiare nella regione alpina (e nel Mantovano),
a parte dati occasionalmente mancanti, indicano dove sarebbe più utile
(per l'interpolazione) installare nuove stazioni di osservazione (o anche,
ove possibile, acquisirne dalle regioni vicine).